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una rosa per farsi perdonare…

Quando alcuni mesi fa, Annita Giuliani la presidente della Pro Loco di Fara in Sabina mi ha contattato per partecipare all’evento di inizio giugno “Passeggiando tra le rose”, la mente è tornata a quando qualche annetto fa, dove nel mio sussidiario si parlava della fondazione di Roma, e del famoso “Ratto delle Sabine”. I Sabini popolazione pre romanica, insediata nell’attuale provincia di Rieti, si racconta che discendessero dagli Spartani ed erano la popolazione più temuta prima della nascita di Roma. Secondo la leggenda, e anche per quanto narra lo storico Livio, dopo la fondazione di Roma, Romolo, si rivolse alle popolazioni vicine per stringere alleanze ed ottenere donne con cui popolare la nuova città, non riuscendo nell’intento, perpetrò “Il Ratto delle Sabine” durante i giochi di Consualia, in onore del dio Conso (antico dio del Grano). Fin qui tra storia e leggenda, finisce la mia pessima interpretazione di Alberto Angela. Devo dire che la parola “Ratto” non mi piace e la motivazione, anche meno. Quindi una rosa per farsi perdonare è il minimo pensiero.... Bella, piacevole, ricca di spunti, occasione di nuove conoscenze, dove storia, cultura, bellezze naturali, odori, entrano in simbiosi. La rosa regina della manifestazione col suo bel “red carpet” ci accoglie, decine e decine di colori, rose rosse, arancio, pesca, blu, bianche, un arcobaleno straordinario. Fin dal mio arrivo, il profumo di rosa è stato presente nel mio naso per tutta la manifestazione, ogni sera tornavo a casa, quasi stordita da questa ubriacatura di odori. Io, non mi sono fatta trovare impreparata, ho presentato il mio nuovo eau de parfum “rosae rosis”. Già dal nome si capisce quale sia la componente olfattiva regina, la rosa. La rosa perché? Perché è il fiore che attraverso colore, forma e profumo parla di sé, delle emozioni che suscita, dei momenti che interpreta e ci rimangono impressi nella memoria. Il mio opificio olfattivo, la spiegazione di cosa è la piramide olfattiva, la degustazione, l’analisi, l’olfatto di alcune essenze che creavano la P.O., la condivisione col pubblico presente, le domande che hanno scaturito un’interesse crescente sono i punti più importanti che mi hanno resa orgogliosa del mio lavoro. Spiegare cosa è, e come si ottiene l’olio essenziale del fiore d’ulivo, del limone di Sicilia e quello della rosa inglese, confrontarmi con i partecipanti, saper che non sempre un profumo è un buon profumo, ma comunque parla di me, ed il me è arrivato. Vuol dire aver trovato un pertugio nell’interesse, in una delle mille sfaccettature olfattive delle persone. Questo è stato “rosae rosis” eau de parfum, dedicato al fiore regina del campo profumiero, che da tempi immemorabili regna incontrastata. E’ stato un fine settimana intenso e profumato, un ringraziamento va a tutti i partecipanti a chi mi ha aiutato nella parte storica, a Carlo Carulli per la parte botanica, alla cittadina di Fara in Sabina, a chi ha organizzato l’evento e chi ha lavorato sottotraccia ma non si è risparmiata. Grazie ed un saluto profumato, un arrivederci al profumo di “rosae rosis”.


Alla prossima..

Beatrice



 
 
 

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